Soka Gakkai

Cenni storici
Negli anni 1930 in Giappone il militarismo nazionalista, che tra l’altro portò all’alleanza con Hitler e Mussolini, causò grandi turbamenti nell’anima buddhista, razionale, non-violenta e pacifista, molto lontana dalla politica ufficiale, che predicava l’odio e la violenza.
In questo clima, nel 1937, Tsunesaburo Makiguchi, (1871-1944), un educatore-filosofo, fondò un’associazione, chiamata Soka Gakkai (= Società per la Creazione dei Valori), che intendeva riproporre gli autentici valori: oltre allo spirito pacifista, lo spirito religioso fortemente in crisi; e intendeva farlo tramite la scuola buddhista Nichiren Shoshu, a cui egli aveva aderito nel 1928. La sua predicazione e il suo proselitismo allarmarono le autorità, che lo le quali, giudicarono disfattista, lo imprigionarono (nel 1943) assieme al devoto allievo Josei Toda. Tsunesaburo Makiguchi morì in carcere nel 1944, mentre Josei Toda, liberato dopo la fine della guerra, trovò ascolto in larghi strati della popolazione allorché, per uscire dall’epoca mappo (il periodo di corruzione e violenza) offrì come ancore di salvezza la religione buddista Nichiren Shoshu e i valori morali predicati dalla Soka Gakkai.
Per capire questa forma di buddismo, bisogna risalire all’anno 1253, quando il monaco buddista giapponese Nichiren Daishonin, persuaso che l’autentico pensiero del Buddha fosse contenuto nel “Sutra del Loto”, e di essere lui stesso il vero Buddha (= Illuminato), di cui il Buddha storico (vissuto 500 anni prima di Cristo) era semplicemente un precursore, si propose di combattere la corruzione, fondando una nuova scuola di buddhismo. Per meglio inculcare questa idea, imponeva di recitare infinite volte le parole «Nam Myoho Renge Kyo» che significano: “Onore al Sutra del Loto”, in meditazione davanti al mandala (una specie di arazzo simbolico), con lo scopo di far penetrare l’idea nel profondo della psiche. Per spargere la sua religione, il nuovo buddha costituì gruppi che facevano questa pratica. Costruì di propria mano circa 130 mandala, che diedero origine a 130 scuole in lotta tra di loro, rivendicando ciascuna di essere la genuina interprete della dottrina di Nichiren. Una di queste scuole, nel secolo XIV cambiò nome in Nichiren Shoshu, che significa “Scuola Nichiren ortodossa”. Sostenne di essere in possesso dell’unico mandala costruito dal monaco nel 1279, mandala venerato nel loro tempio di Taisekiji, ai piedi del monte Fuji. Di f`ronte a questo mandala, chiamato “Daigohonzon”, i fedeli si prostrano e meditano recitando all’infinito il titolo del “Sutra del Loto”, perché è loro convinzione che dentro a quell’arazzo sia incorporato e viva lo spirito del monaco fondatore.
Sul modello del grande arazzo vengono tuttora costruiti molti esemplari. Di fronte ad essi il fedele nella propria casa può meditare e recitare le parole: «Nam Myoho Renge Kyo». La recita di tali parole, e la meditazione, hanno il potere di propiziare l’illuminazione con i benefici connessi: serenità, pace, disponibilità. Ma il prodigio più atteso da questa pratica è la rigenerazione a una nuova vita, nella quale il soggetto sia in grado di pilotare la propria esistenza, le proprie emozioni, trarre soddisfazione dalle proprie attività e finalmente capire la ragione della propria esistenza… Dopo l’espansione iniziale, la scuola Nichiren Shoshu, ebbe una forte decadenza, al punto che nei primi anni del 1900 i fedeli erano ridotti a circa 3000. Ma con Makiguchi e Toda, negli anni 1940 c’è un  improvviso risveglio. Sull’onda di tale consenso Toda fondò il quotidiano “Seiko Shimbum” che ben presto raggiunse la tiratura incredibile di 5 milioni di copie giornaliere. Sfruttando la notorietà raggiunta, egli si mise in politica fondando il partito Komeito che, all’insegna della formula “non separiamo la religione dalla società”, nel 1964 era già il terzo partito giapponese con un centinaio di deputati. In seguito, passando la legge di separazione tra stato e religione, la formula fu abbandonata, ma solo in apparenza. [Qualcuno ha paragonato la Soka Gakkai a un CL buddista].

Espansione nel mondo
Nel 1968 a Toda succede Daisaku Ikeda, abile diplomatico, che inizia un’espansione a tappeto. Sfruttando l’organizzazione di tipo militare data all’associazione dal predecessore, le dà un’impronta commerciale con una sede centrale, e sedi nazionali e periferiche, a capo delle quali pone uomini dinamici che organizzano riunioni, incontri, e fanno pubblicità sollecitando a entrare nell’associazione proponendo ideali di pacifismo, amore per la natura e salvezza dell’umanità. Il tutto secondo i principi religiosi di questa forma di buddismo. L’adepto deve studiare per approfondire la dottrina, deve pregare e meditare giornalmente e infine fare opera di proselitismo. Gli vengono forniti libri, riviste e libriccini di preghiere e di meditazione attraverso i quali procedere nella via dell’ illuminazione e con questa della pace e di tutti i vantaggi connessi.
L’individuo nella vita deve applicare i principi buddisti del dominio di sé. A livello sociale, il messaggio di Ikeda è la grande utopia del “cittadino del mondo”. Un mondo senza frontiere, senza guerre, con un unico governo, l’ONU, che, ritornato allo spirito iniziale, risolve i problemi che oggi angosciano il mondo con un’impronta di “umanesimo cosmico”. La condizione perché il sogno si avveri è l’attuazione della visione buddhista dell’uomo e della vita. Il futuro cittadino del mondo sarà un uomo cosmopolita, senza patrie e senza affetti, tutto proteso al dominio di sé. Tanti cittadini di questo tipo formeranno il mondo auspicato senza guerre e basato sulla prosperità. Il mondo avrebbe bisogno di un “umanesimo rinnovato” da una iniezione di buddismo che cambi l’Onu, facendolo diventare il “Parlamento dell’umanità”. “Un umanesimo che, approfondendo gli scambi e superando ogni diversità etnica e di pensiero, riempia con la cultura la vena d’acqua sotterranea dei rapporti di amicizia tra i popoli…!”.
Dal 1970 il partito Komeito e la Soka Gakkai sono formalmente separati. Anche tra la religione Nichiren Shoshu (legata ai monaci, tradizionalista e chiusa verso le altre religioni) e l’associazione socio-umanistica Soka Gakkai (in mano ai laici e più aperta alle altre religioni), ci sono difficoltà. Nel ’92 un dissidio ha portato al definitivo divorzio tra associazione Soka Gakkai e religione Nichiren Shoshu.

Attualmente i seguaci della Soka Gakkai sono più di 8 milioni di nuclei familiari in Giappone, e un milione e mezzo nel resto del mondo. In Europa: 38 mila, di cui 19 mila in Italia. Nel nostro Paese la Soka Gakkai è presente dal 1961. Nel 2000 ha ottenuto dal governo italiano il riconoscimento giuridico come ente di culto. Grande impulso all’espansione in Italia di questa religione è stata l’adesione del calciatore Roberto Baggio e dell’attrice Sabina Guzzanti, adesioni che i mezzi di comunicazione sociale non mancano di evidenziare ogni volta che se ne presenti l’occasione o il pretesto.

  La pratica religiosa
«All’origine delle religioni ci sono i desideri degli esseri umani. Gli animali non possono pregare…». Chi aderisce a questa religione riceve un “Gohonzon” personale, ossia un labaro o arazzo sul quale sono disegnati alcuni caratteri cinesi e due caratteri sanscriti. Davanti a questo  oggetto di devozione l’affiliato recita, mattina e sera, il “gongyo”, che sono due capitoli de Sutra del Loto. Lungo il giorno, poi, il fedele ripete alcune volte il “daimoku”: «Daishonin spiega che la recitazione di un solo Daimoku porta benefici illimitati! ».
«Gongyo e daimoku sono una cerimonia durante la quale comunichiamo col grande universo. Basandoci sul Gohonzon durante il Gongyo attingiamo alla forza vitale del macrocosmo per versarla nel recipiente del microcosmo che è la nostra vita. Se perseveriamo in questa pratica quotidiana il nostro motore, la nostra forza vitale viene rafforzata sempre di più». Il successo conseguito con tali pratiche è considerato dagli adepti come una prova della loro validità. Oltre ai risultati materiali (comprese guarigioni anche da malattie senza speranza), si suppone che tale pratica permetta di raggiungere la pace interiore e l’illuminazione: «Dal momento che questa pratica è la legge dell’universo, il primo punto fondamentale è entrare in ritmo con la propria giornata, il proprio lavoro, la propria famiglia, le proprie relazioni, con tutto».
Due volte al mese ha luogo un meeting, cioè una riunione-dibattito, con una media di quindici partecipanti. Tutto questo ha l’effetto di cambiare le proprie relazioni amicali e familiari. La Soka Gakkai promuove iniziative umanitarie, solidaristiche, ecologiche, artistiche (organizza mostre di interesse mondiale). È impegnata su valori “politici” come la pace, l’antirazzismo, l’ecologia. Sulla morale sessuale è per la libertà. Tra i seguaci c’è una predominanza del mondo femminile, di quello del lavoro autonomo e culturale, specialmente nel mondo medico. Quanto allo stato civile: prevale la categoria celibi e nubili; c’è una percentuale di divorzi superiore alla media, e un numero inferiore di persone sposate e vedove.
Quanto ai frutti: i seguaci sono convinti che la pratica religiosa dà benefìci fisici, economici ecc. Molti sono convinti che tale pratica dia ottimismo e vitalità.

  Punto di vista cristiano
Va rispettata la coscienza e le buone intenzioni delle persone. La norma morale insegnata è senza dubbio accettabile, perché ogni affiliato s’impegna personalmente ad auto-dominarsi e a dare il suo contributo alla edificazione di una società armoniosa e serena.
Ma va notato che la Soka Gakkai è estranea al cristianesimo, verso la cui dottrina è molto critica. Anzitutto sostiene che il cristianesimo sbaglia, perché ci spinge a chiedere di risolvere i nostri problemi a Dio, dal quale in realtà non possiamo aspettarci nulla. In secondo luogo il cristianesimo – dicono – dà un senso di colpa che è negativo. Infine ritiene che la negazione del karma (legge della causa-ed-effetto che decide il destino di ciascuna reincarnazione) sia una grave mancanza del cristianesimo. Secondo questa religione, la felicità, la salvezza, la pace interiore, la pace sociale e quella mondiale non provengono dall’unico Salvatore (Gesù Cristo), ma da noi.
Nella Soka Gakkai si fa meditazione e si prega, si cerca di cogliere la buddità, l’essenza dell’universo, in maniera quasi magica. Ma non ci si rivolge a un Tu da cui si è amati, e che si ama: Dio Padre, e Gesù Cristo suo Figlio fattosi uomo per noi. Ci si limita a ripetere alcune parole in lingua giapponese. (È vero che la ripetizione di parole, anche di senso sconosciuto, può avere come effetto una certa liberazione dello stress, ma la preghiera cristiana è un’altra cosa: il colloquio filiale del figlio col Padre).
Inoltre, per spiegare i mali “inspiegabili” del mondo, si ricorre alla dottrina del karma e della reincarnazione, che sono inaccettabili per un cristiano.

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