Reiki

Le origini tra storia e leggenda
Il reiki è una tecnica di origine giapponese, mirante al rilassamento e al benessere fisico e morale. Si basa sull’idea che un’energia (ki) universale (rei) scorre all’interno di tutti gli esseri viventi, e che tale flusso può essere migliorato o corretto tramite il reikista, che appoggia le mani su una persona, o semplicemente le orienta verso di essa. Lo dichiarano diverso dalla pranoterapia, perché il pranoterapeuta trasmette la ‘propria’ e­nergia, mentre il reikista utilizza l’energia ‘diffusa nell’universo’, canalizzabile solo da chi ha ricevuto un’apposita iniziazione. Dicono che è una tecnica religiosamente neutra, e perciò  praticabile da tutti, cattolici compresi. Ma qualcuno ne dubita.
Per risolvere il dubbio conviene anzitutto studiare le origini del reiki, fino ad oggi avvolte nel mito e nella leggenda. Il reiki fu portato in Occidente nel 1938 dalla signora Hawayo Takata (1900-1980), una hawaiana di origini giapponesi. Raccontò che il fondatore del Reiki, Mikao Usui (1865-1926), studiò all’Università di Chicago, e fu presidente dell’Università Doshisha di Kyoto. Qualcuno  aggiunge che fu pastore protestante, e non manca chi afferma che fu un sacerdote cattolico.
Seri studiosi contestano queste informazioni. Mikao Usui non ha mai avuto a che fare con le Università di Chicago o Doshisha, e non è mai stato cristiano. Da bambino frequentò una scuola buddista «tendai». Non è chiaro se abbia conseguito ulteriori titoli. Usui diventa un uomo d’affari di successo e fa parte di un gruppo esoterico interessato ai fenomeni parapsicologici e al mondo degli spiriti. Nel 1914 è vittima di un disastro economico. Si rivolge alla religione e si iscrive a un corso di meditazione presso il tempio del Monte Kurama, sacro alla scuola buddista tendai. Durante una meditazione, ha una specie di illuminazione, e la percezione di essere pervaso da una energia benefica. Impegnato nella ricerca sulle capacità taumaturgiche di “illustri personaggi” come Buddha, Gesù ecc., scopre alcuni «sutra» (= antichi testi buddisti) con formule e simboli in grado di sod­disfare le sue domande. Consapevole ormai di possedere qualità taumaturgiche, decide di utilizzarle a scopo benefico, estendendo ad altri questa capacità. Nel 1922 a Tokyo fonda la Usui Shiki Reiki Ryoho ([Società per la diffusione del] Sistema Usui di Guarigione Reiki). Apre anche una clinica e inizia a formare maestri di reiki. Insegna le sue tecniche a circa 2000 studenti, ma dà l’iniziazione soltanto a sedici insegnanti (o “maestri”). La sua tomba si trova in un tempio buddista a Tokyo.
La signora Hawayo Takata, che esportò il reiki negli USA, vi introdusse diverse varianti e pratiche ─ tra cui la richiesta di somme rilevanti per l’iniziazione come maestro ─, e diede l’iniziazione a ventidue maestri. Ciascuno di questi ne iniziò altri. Oggi i maestri che rivendicano il potere di iniziare altri sono in Occidente oltre duecentomila, e tuttora in aumento. Ma non è un movimento unitario: esistono migliaia di scuole reiki, ciascuna delle quali ha caratteristiche proprie e spesso combina le tecniche e le idee di Mikao Usui con elementi buddisti, o New Age, o con forme esoteriche di ogni tipo. Si calcola che oltre un milione di persone oggi nel mondo, specialmente in occidente, si sottopongano regolarmente a sedute di reiki.

Le idee che stanno dietro il trattamento reiki
Reiki presenta somiglianze con numerose nuove religioni del Giappone. Di Mikao Usui si sa abbastanza poco, ma egli certamente insegnava la natura divina del ki, l’importanza del canto sacro, della preghiera e del ringraziamento a Dio. Uno dei principali simboli segreti del reiki – nella versione originaria di Mikao Usui – corrisponde al simbolo della Divinità Suprema venerata nel tempio buddista del Monte Kurama. Molti sono gli elementi mutuati dal pensiero religioso orientale. Anzitutto la credenza in una Energia costituti­va sia dell’universo che dell’essere umano, e nella possibilità di sperimentare questa e­nergia attraverso tecniche psicofisiche; poi la visione dell’uomo come essere potenziale che non obbedisce ad un programma prestabilito, ma che liberamente “crea sé stesso” at­traverso un percorso evolutivo che culmina nel riconoscersi come “parte del divino”. I reikisti dichiarano che la validità del trattamento con Reiki si ba­sa sul principio che ogni corpo umano, animale, o vegetale, possiede dei punti in cui può comunicare con l’esterno: dei veri e propri ingressi: vortici detti “chakra”, localizzabili in parti spe­cifiche del corpo. Tali vortici, se girano nel verso giusto, sono in grado di ricevere l’energia trasmessa dall’operatore Reiki e di metterla in circolo nel corpo.                                                                       

Reiki è accessibile a tutti…
(Le seguenti considerazioni vanno lette ricordando che c’è una pluralità di scuole reiki, e di conseguenza non tutto vale per tutte).
Leggiamo in una pubblicazione reiki: «Non è assolutamente difficile apprendere il Reiki. Esso è molto più semplice di tutti gli altri sistemi di trattamento da noi finora conosciuti. Per questo, non avrai bisogno di particolari co­noscenze preliminari mediche, perché il Reiki, essendo l’Energia vitale universale, è dotato di una propria conoscenza che agisce da sé stessa, indipendentemente».
«È un contatto che può essere facilmente ottenuto da chiun­que, una particolare potenzialità insita nell’uomo che aspetta so­lo di essere riscoperta, e come tale non vi è la possibilità che qualcuno non ci riesca: Reiki è accessibile proprio a tutti».

…Ma occorre l’iniziazione
Nonostante quanto detto sopra, resta sottinteso che è impossibile trasmettere questa energia senza essere stati iniziati (cioè introdotti da un maestro tramite un percorso segreto). Esistono tre gradini di accesso alle pratiche Reiki. I Mae­stri Reiki si riservano di dare il loro decisivo parere per il pas­saggio da un livello a quello superiore: «Un mae­stro di Reiki non può dare il secondo livello a tutti, ma ha la re­sponsabilità di accertarsi se la persona che lo chiede desidera ve­ramente camminare insieme alle leggi dell’universo. Altrimenti quella persona, se non ha un autentico desiderio di progredire, potrebbe provocarsi inutili problemi».

Primo livello: A) Apertura-attivazione, attraverso specifiche ceri­monie, dei canali recettivi dell’Energia vi­tale universale. B) Apprendimento dell’uso delle mani nei trattamenti di guarigione.

Secondo livello: L’operatore non è più vincolato a canalizzare con le mani, ma lo fa con la mente, che ha un raggio d’azio­ne ben più ampio.

Terzo livello: Viene trasmesso un quarto simbolo, misterio­so come i primi tre, che consente tra l’altro al Master di operare le attivazioni. Lo raggiungono pochissimi. L’itinerario di iniziazione utilizza ceri­monie sacre che il Master compie sul discepolo. L’iniziando è obbligato a parteciparvi te­nendo gli occhi chiusi. «L’iniziazione è una cerimonia sacra, ed il contatto viene sta­bilito. Poiché abbiamo a che fare con lo Spirito Divino, non c’è er­rore, né dubbio: è Assoluto».

Ecco la testimonianza di una persona che vi ha partecipato: «Venivamo condotti a due a due in una stanza a parte: il mae­stro ci stava di fronte, e noi dovevamo tenere le mani giunte e gli occhi chiusi, poiché era assolutamente proibito guardare ciò che faceva. A un certo punto soffiava su alcuni punti del nostro corpo chiamati chakras. Subito dopo la prima iniziazione cominciai, ef­fettivamente, a sentire un forte calore fuoriuscire dalle mie ma­ni. Ci dettero inoltre tutta una serie di insegnamenti di origine esoterica, diametralmente opposti alla dottrina cristiana: che cos’è la nuova èra, la reincarnazione, i chakras, l’aura». L’iniziazione può costare anche alcune migliaia di euro. Ma esiste qualcuno che lo fa gratis.»

Trattamento Reiki su persone, animali, vegetali, oggetti e situazioni
Il trattamento consiste in una serie di incontri tra il paziente e il reikista, il quale gli impone le mani seguendo un rituale prestabilito. Anzitutto è necessario mettere la persona in una situazione di massimo relax, eliminando scarpe, cinture, vestiti stretti, oggetti di metallo: orologio, catenelle, medaglie, occhiali, ecc. È bene poi che se ne stia lungo e disteso e che non incroci le gambe per non interrompere il flusso energetico. Il luogo in cui si opera deve essere accogliente, protetto e silenzioso… Ciò fa sì che il paziente si ricolleghi alla cosiddetta “armonia dell’universo”, la quale, penetrando fino alla sua più piccola cellula, ne scopre i punti malati, e conosce le modalità e la quantità di energia necessaria alla sua riarmonizzazione, per ridonare salute. Il Reiki così si trasforma in una tecnica che risveglia e sollecita l’autoguarigione naturale. Mira non solo alla guarigione fi­sica: può aiutare anche coloro che chiedono aiuto per problemi psicologici e spirituali. Anzi: «Con il Reiki avrai inoltre la possibilità di arricchire i tuoi farmaci, il tuo cibo, i cosmetici etc., rendendoli più efficaci, ed inoltre potrai anche trasmettere questa energia guaritrice agli animali ed alle piante». Qualcuno crede che il Reiki può persino rigenerare la batteria scarica di un’automobile.

Il trattamento Reiki è efficace?
Quanto agli effetti, pazienti trattati con Reiki dicono di sperimentare: senso di di­stensione e tranquillità, di lontananza da tutto, talora tremore generale, o irrequietezza, o un senso di pace, di prote­zione; o suggestioni visive: fenomeni luminosi, colori, paesaggi meravigliosi; o fenomeni termici come calore o brividi di freddo; a volte la­crimazione, o scoppio improvviso di risate.
Quanti ai benefìci, basta scorrere un qualunque libro di Reiki, per trovare abbondanti testimonianze di guarigioni prodigiose. Bisogna precisare, per correttezza, che invece alcuni “clienti” dichiarano che per loro tali esperienze sono state negative. I Master ammettono che normalmente si ha un peg­gioramento iniziale, ma assicurano che è di breve durata, e oltretutto è segno che il processo di guarigione è iniziato.
Quanto all’effetto terapeutico: a meno che non si pensi ad una suggestione (effetto placebo), è difficile trovare razionalmente un nesso di causa ed effetto tra queste pratiche ed il loro ipotetico risultato. Ma lasciamo il giudizio a chi ne ha la competenza.

Reiki: Terapia, Religione, New Age, Magia… o che cosa?
I Master per lo più sostengono che il Reiki non è una filosofia né una religione, e può convivere pacificamente con qualsiasi religione che porti in sé un mes­saggio di amore.

1) In genere è visto come un semplice metodo di guarigione fisica. In un testo reikista leggiamo: «L’energia del Reiki viene utilizzata con lo stesso successo da uomini di molte religioni, da liberi credenti, nonché da seguaci delle diverse direzioni del pensiero e con diverse credenze».

2) Ma non mancano coloro che lo reputano un “sistema di crescita interiore” simile ai sistemi gnostici (eretici) che emersero nei primi secoli del cristianesimo.

3) Secondo altri Reiki ha “poteri magici e miracolosi”. In un loro testo leggiamo: «Se tu desideri ringraziare qualche entità per l’energia del Reiki, potrai farlo prima o immediatamente dopo il trattamen­to». Dobbiamo concludere che il Reiki si muove in un contesto religioso: offrire all’umanità dei benefici ottenibili soltanto mediante il ripristino di “un contatto” con la “forza base” di tutta la creazione, l’Energia vitale che tutto pervade.

Massimo Introvigne, dopo avere sottolineato l’indubitabile contesto religioso giapponese da cui parte il reiki, propone di metterlo nella categoria delle quasi-religioni:

«Si deve concludere… che il reiki è una religione? La questione non è così semplice. Il fatto che quasi tutte le scuole neghino vigorosamente che il reiki sia una religione non sarebbe, di per sé, decisivo. Numerose nuove religioni giapponesi, in particolare alcune in cui è importante l’imposizione delle mani, come Sûkyô Mahikari, negano ugualmente di essere delle religioni e preferiscono presentarsi come “organizzazioni sovra-religiose” aperte a persone di ogni fede. Il loro carattere di nuove religioni è tuttavia certo». Egli fa notare che il reiki non è una semplice tecnica, perché implica il riferimento essenziale a un’energia che ha caratteristiche divine, e il suo messaggio è incomprensibile se lo si separa dal contesto religioso originario, ma d’altronde non è un movimento religioso nel senso più corrente del termine, perché non intende fornire risposte articolate sulle origini e sul destino dell’uomo. Inoltre, trasferito dal Giappone all’Occidente, il reiki ─ come altre correnti ─ è stato sottoposto a un rapido processo di secolarizzazione. E conclude che «forse… potrebbe essere applicata con profitto la categoria, coniata da specialisti statunitensi, di “quasi-religione”».

D’altronde non mancano testi reikisti che fanno esplicito riferimento al New Age: «Nel periodo di passaggio dalla vecchia Era dei Pesci, da poco terminata, all’alba dell’Era dell’Acquario, appena iniziata, i mez­zi che sono a disposizione dell’Uomo Nuovo per trasformare sé stesso e le proprie debolezze in positive potenzialità, spaziano su vari livelli e varie metodiche “naturali”, dall’agopuntura alla di­gitopressione, dall’omeopatia alla fitoterapia, dalle “tinture ma­dri” (gemmoterapia) alla meditazione e così via. In questo ca­leidoscopio di tecniche più o meno sofisticate si può affermare che il metodo Reiki è la base, il vero nucleo originario dell’ener­gia vitale equilibrata, che permette il benessere e l’armonia di tutto l’essere».

Altrove leggiamo: «C’è anche un altro modo di usare male Reiki. Per esempio trasmetterlo a distanza quando non ti viene richiesto, o trasmet­terlo per motivi personali, ad esempio, come fanno alcuni, per se­durre una persona. Ecco, in questi casi l’energia arriva ma non è pulita, e tu che hai trasmesso per scopi personali puoi stare ma­le, puoi soffrirne».

Ma se il Reiki si può usare anche a fin di male, domandiamo: quale differenza c’è rispetto alla magia e all’occultismo?

Cristianesimo e Reiki
Premessa: il seguente confronto ha senso solo in riferimento alla fede cristiana così come è creduta dalla Chiesa da 2000 anni, non limitandosi a una vaga religiosità.

L’Energia vitale universale, chiamata Reiki, viene tra l’altro identificata con lo Spirito Santo. Scrive un reikista: «Molti popoli, molte culture e molte religioni hanno conosciuto un’energia, la cui importanza corrisponde al KI. Così que­sto KI dai Cinesi fu chiamato Chi, dai Cristiani Luce o Spirito Santo, dagli Indù Prana…». Si afferma che esso è dotato di intel­ligenza e onniscienza divina:

«La sua saggezza è illimitata e non può essere paragonata al­la nostra, e sa ciò di cui il beneficiario ha bisogno, conosce perfet­tamente come e dove risieda questa necessità, senza che vi sia da parte nostra la possibilità di aggiungere o sottrarre qualche co­sa».

A un primo sguardo, questa presentazione potrebbe fa pensare a un concetto di Dio accettabile dai cristiani. In realtà ne siamo ben distan­ti. Infatti, secondo la nostra fede, Dio non è una semplice energia grande e potente ed onniscien­te, e in nessun caso è canalizzabile tramite tecniche particolari. Viceversa, è il Dio­ personale, ben distinto dalle sue creature: l’Essere personale e trinita­rio ri­velato. Lo Spirito Santo, come è creduto da duemila anni di cristianesimo, è altro. E in nessun caso è lecito acquistarlo tramite una iniziazione a pagamento (v. sotto).
Viceversa il Reiki si rifà al buddismo Zen, secondo il quale Dio è “Energia in divenire”, manipo­labile da un operatore “attivato”. Il Reiki vuole ridurre, (nel senso di restringere) Dio alla parte più profonda del nostro io. Ma il Dio Creatore e Signore, vive sì in noi, ma non si identifica con noi. La visione cristiana del rapporto Dio-uomo viene esplicitamente criticata da reikisti:

« Tutte le ideologie della cultura occidentale, politiche, filosofiche, religiose, sono basate sulla divisione tra umano e divino; questa divisione crea nell’individuo una frattura, una ferita profonda; millenni di queste ideologie hanno demolito nell’uomo il ponte del cuore ».

In queste iniziazioni si dice: “Il Buddha che è in me entra in contatto con il Buddha che è in te”. Domandiamo: ci si riferisce all’anima del Budda storico? Si riceve il suo spirito? O lo Spirito universale (buddità)? In ogni caso siamo fuori dal contesto della fede cristiana.
Estranee al cristiano sono anche le “iniziazioni” praticate nel Reiki: veri e propri riti segreti che forniscono poteri grazie a processi di conoscenza, o a contatti con un generico spirito universale.

La Parola di Dio
Il cristianesimo fin dai suoi inizi ha dovuto scontrarsi con guaritori e maghi. Un punto importante è che il dono di Dio non si può comperare, come invece tentò di fare il Mago Simone (da cui ‘simonia’) con S. Pietro: « Simone, vedendo che lo Spirito veniva conferito con l’imposizione delle mani degli apostoli, offrì loro del denaro dicendo: “Date anche a me questo potere perché a chiunque io imponga le mani, egli riceva lo Spirito Santo”. Ma Pietro gli rispose: “Il tuo denaro vada con te in perdizione, perché hai osato pensare di acquistare con denaro il dono di Dio”» (Atti 8,18-20).

In conclusione
È sempre valido l’energico monito di san Paolo: « Se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! » (Galati 1,8). Qualcuno dice: «Col Reiki vivo me­glio la mia fede». Domandiamo: il Reiki non è uno dei tanti “altri Van­geli” che si predicano oggi? Ecco cosa dice in proposito il P. Raniero Cantalamessa:

«Si predica un altro Vangelo anche quando si parla di libe­razione spirituale attraverso la psicologia, l’uso di tecniche di meditazione orientale, gli enneagrammi, il New Age e via di­cendo. Sono tutti “deboli e poveri elementi di questo mondo”, co­me li ha chiamati S. Paolo, se paragonati alla potenza del Vange­lo. Servendocene corriamo il rischio di ritrovarci a pensare come i Colossesi, che ricercavano la salvezza nelle speculazioni astrali e che mescolavano sincretisticamente Cristo con altri spiriti e potenze. Come scrive l’Apostolo Paolo: “Badate che nessuno vi inganni con la sua filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradi­zione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cri­sto”» (Col 2,8-9)… Molti moderni “vangeli” si concentrano sull’ “io”: auto-consapevolezza o auto-­conoscenza, auto-espressione, auto-accettazione, auto-giustifica­zione, auto-realizzazione o, in altre parole, l’affermazione e la realizzazione del proprio io anziché il rinnegamento di sé e l’ab­negazione che stanno al centro del cristianesimo. La salvezza, in un tale vangelo incentrato sull’uomo, proviene dal profondo dell’uomo stesso, e Gesù è ridotto al ruolo di un ulteriore ingredien­te da aggiungere al cocktail religioso».

Che dire in definitiva della pratica Reiki?

Anzitutto bisogna riconoscere che ci sono cristiani i quali si accostano a Reiki, senza riportarne conseguenze negative, al punto che si meravigliano altamente delle riserve che i pastori d’anime avanzano. Ma ci sono seri motivi per giustificare le riserve negative, che qui riassumiamo:

1) L’origine buddista del sistema: non si trat­ta qui di applicare qualche buon precetto umanitario, ma di sincretismo (fusione di religioni diverse tra loro incompatibili).

2) L’aspetto magico-esoterico: iniziazione segreta, simboli magici, pratiche che potrebbero aprire la porta ad ingressi né gradevoli né positivi.

3) I doni di Dio non si comprano e non si vendono; e non agiscono a comando.

In ultima analisi reiki è la proposta di una mentalità religiosa, in cui il sacro e la salvezza si riducono a misteri occulti e ceri­monie magico-religiose o tecniche esoteriche, senza più templi né chiese né sacramenti né istituzioni. Quanto alla pratica del Reiki da parte di cattolici, M. Introvigne, che pure è propenso a non dirlo «religione» in senso proprio, ma collocarlo nella categoria delle «quasi-religioni», conclude che «la pratica del reiki – specialmente da parte di persone che non ne apprezzano o non ne conoscono il retroterra e le implicazioni – può comportare rischi per la fede cattolica, così che un atteggiamento cauto e riservato dovrebbe imporsi a ogni cattolico a cui è cara la sua fede».
Va riconosciuta la buona fede di tanti cristiani che ricorrono a Reiki. Ma proprio perché sono in buona fede, dovrebbero in coscienza tirare le conseguenze dalla messa in guardia che qui abbiamo riassunto. Ma queste nostre osservazioni e riserve saranno inefficaci, finché la persona non riscopra il Cristo del Vangelo, presente nella Chiesa intesa come comunità di fede, di carità, di eucaristia.

Bibliografia
– M. Introvigne, Storia del New Age, 1962-1992, ed. Cristianità, Piacenza, 1994, pp. 59-60.
– M. Introvigne, «Tecnica o religione?», in Il Timone, N° 12, marzo-aprile 2001, p 13.
– Mister Manual, Il mio REIKI è anche tuo!, ed. Blu International Studio (B.I.S.) 1995.
– Andrea Menegotto, «Che cos’è il Reiki», in Il Timone, N° 12, marzo-aprile 2001,  p.12.
– M. Roventi Beccari, «Reiki, energia che guarisce», Religioni e Sette nel mondo, 1996/2, pp. 78-114

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