Mahikari

Cenni storici
Iniziatore è il giapponese Kotama Okada (1901-1974), il quale nel 1959 riceve – egli dichiara – la prima delle rivelazioni (poi raccolte in un libro intitolato Goseighen), in seguito a cu fonderà quello che poi si chiamerà Sukyo Mahikari. Il movimento è presente in Europa dal 1971. Nel 1973 Kotama è ricevuto in udienza da Paolo VI. Questo vien da loro erroneamente interpretato come riconoscimento ufficiale della verità della loro religione. Nel 1974, Kotama Okada « fece ritorno nel mondo degli Spiriti Divini, dopo aver istituito una infrastruttura di base, in vista del compimento della sua missione, quella dello sviluppo dell’opera salvatrice dell’umanità » (S. Mah. p. 6)[1]. Gli succedette la figlia adottiva Keisciu Okada (contestata da una minoranza scismatica, che ha fondato un gruppo a parte). Nel 1984 a Suza in Giappone, fu inaugurato un grande Tempio Mondiale. Oggi questa religione conta circa 700.000 fedeli, in Giappone e nel mondo. In Italia Sukyo Mahikari è presente dagli anni 1980: oggi i membri attivi italiani sono 2000.

Dottrina
Il Dio supremo, che ha nome Su, e che le diverse religioni lo chiamano con nomi diversi, è il creatore degli dèi, dell’universo e delle cinque razze umane. Quindi, secondo questa religione, esistono altri dèi accanto al Dio supremo SU.
L’uomo era in origine buono e devoto, e viveva in un mondo molto semplice e primitivo, dominato dalle divinità della Giustizia. Ma il progresso e lo sviluppo, sul piano fisico, sono impossibili in un mondo che non conosce la competizione. Allora SU pone fine all’età della Giustizia e dà origine a quella dell’Indulgenza: fa nascere nel cuore degli uomini il desiderio di potere e di dominio terreno. In conseguenza di questo, le risorse terrene si sviluppano, ma a danno della giustizia e dell’onestà, portando il mondo all’attuale corruzione e dissesto ecologico. Il Dio SU invia sulla terra Mosè, Gesù e Buddha per esortare gli uomini a non oltrepassare i propri limiti. (Mosè si sarebbe recato in Giappone. Gesù stesso non salì sulla croce – al suo posto fu crocifisso il fratello minore – e anch’egli si sarebbe recato Giappone, e ivi morto all’età di 118 anni in una località chiamata Herai, dove ancora oggi viene mostrata la sua tomba). Ma questi inviati divini furono seguiti soltanto per breve tempo.
Violenza e disastri ecologici durano per tutta l’età dell’Indulgenza, la quale finisce nel 1962, quando le Divinità della Giustizia cominciano a riprendersi il mondo. In questa età ci sono varie catastrofi, e gli uomini devono pagare gli errori commessi.

A livello cosmico, a partire dal 1962 siamo entrati nell’epoca del giudizio di Dio, chiamato anche Battesimo del Fuoco. Possiamo distinguervi tre tipi di fenomeni:

1) Il clima, diventato strano e imprevedibile;

2) terremoti, eruzioni vulcaniche, inondazioni ecc.;

3) aumento dei mali incurabili, delle difficoltà economiche e dei conflitti tra le persone.

 Il mondo rischia di essere annientato dal Battesimo del Fuoco; per evitare questo, il dio Su ha mandato Kotama Okada, perché, facendo vedere i miracoli grazie all’arte di Mahikari, anche i materialisti si convertano, realizzando il più alto grado di civiltà, nella quale i buoni si purificheranno di continuo e praticheranno il vero metodo di salvezza sia nella politica che nella scienza e nella medicina.

Lo scopo della vita è la felicità, sintetizzata così:

1) salute: vita liberata dalla malattia;

2) l’armonia: stato d’animo privo di ogni conflitto;

3) benessere materiale: vita liberata dalla povertà.

Alla morte, lo spirito dell’uomo abbandona il corpo fisico ed entra nel mondo astrale dove inizia un periodo di purificazione; dopo circa 300 anni si reincarna in un altro corpo umano oppure, se è stato particolarmente vizioso, in un animale.
Quando le divinità della Giustizia avranno ripreso pieno possesso dell’universo, avrà inizio sulla terra un’epoca di prosperità e di pace, e una nuova civiltà religiosa mondiale che avrà il suo centro nel tempio di Suza in Giappone. I seguaci di Mahikarì, purificati dal rito di okiyomè, costituiranno i semi della prossima civiltà spirituale.

Pratiche
La paura degli spiriti dei trapassati che vengono a farci del male, è tipica di questa religione: «L’ottanta per cento di noi è invasato da spiriti… Sono anime in pena, che non hanno realizzato la loro purificazione. Quando la morte è stata violenta, lo spirito può rimanere a lungo sul luogo dell’incidente, disturbando i passanti. Così invadono il corpo astrale di ognuno di noi nella speranza di succhiare energia ». Ci sono spiriti che si vendicano di torti subìti in precedenti incarnazioni. Ecco allora la necessità di queste pratiche magiche per liberarci da questi influssi cattivi. Attraverso la pratica di Mahikari questi spiriti vengono purificati: lasciano il mondo fisico per andare in quello astrale. Infatti il corpo dell’uomo ha tre dimensioni: fisica, astrale e spirituale. Nella vita astrale gli antenati conducono una vita di stenti, se non ricevono culto; e allora  possono fare del male. Mahikari, con la sua luce, libera le persone dagli influssi degli spiriti cattivi e aiuta nel culto degli antenati.
Compito degli aderenti alla religione Mahikari è di rendere disponibile per tutti gli uomini la “Luce di Verità” attraverso l’okiyomé: preghiera e rito con cui la luce viene irradiata dal palmo della mano alle varie parti del corpo, arrecando benefici fisici e spirituali. Può giovare anche agli animali e alle piante, ai cibi e perfino alle automobili. Tutti possono ricevere la Luce di Verità, e la può trasmettere chiunque abbia completato un corso di iniziazione di tre giorni, e dopo aver ricevuto l’omitamà, oggetto sacro che va portato appeso al collo.
Per non essere perseguitati dagli spiriti adirati, è importante il culto degli antenati, per i quali bisogna preparare un altare in casa e offrire cibo.
Un elemento che affascina e attira nella religione Mahikarì, è la promessa di guarigioni attraverso pratiche magiche. L’arte di guarire, praticata da Gesù, e da pochi uomini sacri, – dicono i seguaci di Mahikari – ora è diventato possibile a tutti praticarla perfettamente, attraverso corsi di iniziazione, e ricevendo l’omitamà. Questo rito purifica ogni genere di vibrazioni cattive, negative e tossiche: i veleni, i prodotti chimici, le malattie incurabili. Queste pratiche – secondo loro – portano miglioramenti nella salute, nell’agricoltura, nel rendimento scolastico eccetera…
Oltre al tempio mondiale di Suza, esistono i dojo e gli okiyome-scio, centri più o meno grandi con un direttore, dove viene trasmessa la Luce di Verità.

Punto di vista cristiano
È una religione sincretista, cioè una mescolanza di diverse religioni, un tentativo di sintesi di monoteismo, politeismo e panteismo. Afferma che il cristianesimo è compatibile con Mahikari, e  sostiene la possibilità della doppia appartenenza religiosa, affermando che in ciò non c’è nessuna incoerenza. Ma questa religione di fatto nega elementi che per la fede cristiana sono essenziali: un solo Dio, un solo Salvatore Gesù Cristo, una sola vita terrena.
Mahikarì si autodefinisce non una religione, ma un movimento religioso, o un’arte . Tuttavia le parole non cambiano la sostanza delle cose. Mahikarì è ben altro che un semplice metodo di guarigione: è un’arte di purificazione abbinata ad un insegnamento religioso.
Mahikarì non crede in un Dio unico: col supremo Su coesistono altre divinità inferiori.
Mahikarì parla di Gesù Cristo, ma gli assegna una posizione subordinata, considerandolo solo come uno dei vari “messaggeri” inviati dal Dio SU. Gesù, per Mahikarì, è una divinità incarnata, tuttavia non è il « Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero » del Credo cristiano. Inoltre nega ciò che per noi è essenziale: la sua morte in croce: dicono che il fratello minore morì al posto di di Gesù, il quale riuscì a sottrarsi a questa morte infame, e andò a morire di vecchiaia in Giappone.
Un altro punto importante di differenza tra Mahikarì e cristianesimo, è la dottrina della reincarnazione che nega quella cristiana della risurrezione. L’idea della reincarnazione è basata sul principio, tipico delle religioni orientali, che tutto viene compensato e pagato: rendendo anche da questo punto di vista superflua le redenzione di Gesù Cristo.
Un altro elemento caratteristico di questa religione è la paura degli spiriti. In sostanza, manca a Mahikari la visione di un Dio Padre misericordioso che ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito (Giov 3,16).

È fondamentale, in Mahikarì, il ricorso alle pratiche magiche chiamate irradiazione di Luce divina. Ora, tra religione e magia, c’è un abisso:

– la religione chiede un favore a Dio, la magia intende esercitare un potere;

– la persona religiosa si inginocchia, mentre il mago vuol mettere sotto i piedi;

– chi è religioso ha il senso del limite, mentre il mago ritiene di poter usare la potenza di Dio.

Crediamo di averne abbastanza per comprendere l’estraneità di Mahikarì a confronto col cristianesimo, e per concludere che la doppia appartenenza non è coerente con la fede in Gesù Cristo.

Documento
– Sukyo Mahikari, Grand Château, R 7411 Ansembourg, Lussemburgo, 1992, 48 pp.

Sussidi
Gatto Trocchi C., Viaggio nella magia, ed. Laterza Bari 1993, p. 165-174. Introvigne M.- Zoccatelli P.L.-Nelly Ippolito M.-Roldan V. (a cura di), Enciclopedia delle Religioni in Italia, LDC Leumann, 2001, pp. 684-687.


[1] Sukyo Mahikari (abbreviato S. Mah.), Grand Château, R 7411 Ansembourg, Lussemburgo, 1992, 48 pp.

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